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Una crescita lenta delle pecore da latte per evitare il crollo del mercato

Il mercato delle pecore da latte, in piena fase di sviluppo,  rischia di crollare se la produzione non va di pari passo con la domanda di mercatoQuesto ha affermato Andrew MacPherson, consulente di Landcorp, in occasione di una conferenza organizzata dall’Associazione dei veterinari della Nuova Zelanda.

Per McPherson il problema principale per le aziende, specialmente se non sono in grado di trasformare il loro latte in polvere, è che molte di loro saranno sul mercato con una solo prodotto, e questo potrebbe metterle di fronte a un futuro non proprio roseo nel medio termine.

Landcorp, ad esempio, entrata nel settore dell’allevamento delle pecore da latte  in collaborazione con il Gruppo SLC, non è interessata a vendere il latte di pecora in polvere sfuso in Asia o su altri mercati. Il latte di pecora viene lavorato presso il Waikato Innovation Park di Hamilton e viene utilizzato per la produzione di yogurt, di probiotici, di gelati e di prodotti proteici utilizzati dagli atleti per raggiungere alte prestazioni.

Ma la sfida più grande da affrontare resta la bassa produzione di latte. Peter Gatley di Maui Milk ha detto che i livelli di produzione della Nuova Zelanda sono decisamente più bassi rispetto a quanto prodotto dalle pecore d’oltremare: circa 100-150 litri di latte per pecora contro i 500 litri degli allevamenti intensivi europei e israeliani.

Di positivo c’è che il latte di pecora offre un’alternativa per gli intolleranti al latte vaccino, con sapore e proprietà diverse dal latte di capraPer Gatley il potenziale di crescita di questo settore è davvero importante e può arrivare fino 200 milioni di dollari entro il 2030, di cui una buona parte andrebbe reinvestito nel miglioramento della genetica e dell’alimentazione.

Ora l’obiettivo è quello di arrivare a produrre quei 300-400 litri per pecora che rappresentano in un certo senso il limes da superare per parlare davvero di sviluppo di questo interessantissimo settore.